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giovedì 7 giugno 2018

Recensione #102: Call me by your name | Libro & Film




Chiamami col tuo nome di 
André Aciman 
Titolo originale: Call me by your name
Pubblicazione: 22 Gennaio 2008
Pubblicazione italiana: 17 Marzo 2017
Editore: Guanda Editore
Prezzo cartaceo: 14.45 €
Prezzo e-book: 8.99 €
Trama: Vent'anni fa, un'estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, il ragazzo aspetta come ogni anno "l'ospite dell'estate, l'ennesima scocciatura": uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. Anche Elio ne è irretito. I due condividono, oltre alle origini ebraiche, molte passioni: discutono di film, libri, fanno passeggiate e corse in bici. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all'estasi. "Chiamami col tuo nome" è la storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una domanda che resta aperta finché Elio e Oliver si ritroveranno un giorno a confessare a se stessi che "questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta".






Ci troviamo nei primi anni Ottanta, in una campagna sperduta del Nord Italia.
Ogni estate la famiglia Perlman si reca nella casa di campagna, per passare i mesi estivi. E’ formata dal Professore d’architettura Perlman, da sua moglie Annella e dal loro diglio diciassettenne: Elio.
Elio è il protagonista assoluto di questa storia.
Come ogni estate, i Perlman ospitano l’ennesimo studente d’architettura che deve preparare la sua tesi, con l’aiuto del Professore. Nell’estate del 1983, a bussare a casa dei Perlman è Oliver: ventiquattrenne che viene dall’America, pronto a dedicarsi unicamente alla stesura della sua tesi.
Oliver si trova per la prima volta a Crema, parla un italiano un po’ strascicato che deve per forza mischiarsi con il francese della famiglia Perlman e il cremasco di ogni abitante di Crema, ma non ci mette molto ad integrarsi. Lo studente in poco tempo fa tutto quello che forse prima nemmeno Elio riusciva a fare: dei nuovi amici, le serate passate a ballare musica anni ’80, una ragazza che si infatua per lui. Ma mentre Oliver fa scorrere la sua vita e quelle tre settimane a Crema, Elio lo osserva silenziosamente. Lo
osserva talmente tanto, che è lui stesso il primo ad innamorarsi di lui.
In poco tempo Elio e Oliver instaurano un rapporto di odio/amore, che pian piano li porterà molto lontano. Lui, diciassettenne che ancora non ha scoperto se stesso, e l’altro, troppo sicuro già di chi sia.
Prima ho visto la pellicola e poi ho letto il libro, e sono anche felice di aver fatto così.
In primis: la performance straordinaria di Timothée Chalamet, ormai un ragazzo d’oro per Hollywood, dopo la sua candidatura agli Oscar. Secondo, Armie Hammer. L’avevo già visto da qualche parte, ma mai così bene. Attore sottavalutatissimo. 
Lo scenario da sogno: una calda estate passata in Italia, in una piccola città al Nord negli anni ’80. Un sogno, ripeto. Sul film non c’è molto da dire, dobbiamo soltanto essere fieri di Luca Guadagnino che ha trasportato sul grande schermo qualcosa che ha davvero cambiato la vita delle persone.
Per quanto riguarda il libro, mi è piaciuto molto. Forse troppo assuefatta dal film (in una settimana l’ho visto tre volte. Di seguito. Shame) il libro ti riporta indietro nel tempo, ma – soprattutto -, va avanti. Sappiamo tutti come finisce CMBYN, ma non  è così per il libro. Con il passare degli anni ritroviamo Elio Bèlo, ormai adulto anche lui. Ritroviamo Oliver, che alla fine del film aveva annunciato al ragazzo che si sarebbe sposato, ed ormai è un signore, un marito ed un padre. Scopriamo cosa succede a Mr. Palmer e Annella con il passare degli anni, e… ho pianto. Sì, quanto ho pianto!
Quindi, tra libro e film è impossibile scegliere, ma forse direi film solo perché l’ho visto prima. E poi – importantissimo -, avremo un seguito di CMBYN.
Luca, daccelo presto. Prestissimo. 















1 commento:

  1. Anch'io, forse, ho preferito il film - ho trovato i personaggi meno antipatici, più vicini - ma il romanzo ha un finale (che alla trasposizione manca, ma poco male) struggente.
    Io, però, il sequel non lo voglio, no!

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