Mi è piaciuto? Purtroppo no.
Dico purtroppo perché la storia di Nica e Rigel ha del potenziale, ed anche molto. Ma non è stato sviluppato al meglio, se devo dire la mia. Davanti a noi troviamo questi due ragazzi cresciuti al Grave, un orfanotrofio che ospita molti bambini. Alcuni vengono scelti sin da piccoli dalle loro famiglie adottive, altri invece si cominciano ad adattare a ciò che il futuro ha in serbo per loro: se non vengono adottati, dovranno restare al Grave finché non saranno abbastanza grandi e indipendenti da potersene andare.
Nica arriva al Grave da bambina, Rigel invece è cresciuto lì. Il loro rapporto non è per la quale, e si scopre sin da subito che i due bambini non vanno d’accordo. E continueranno a non andarci per molto tempo. Finché quando ormai le speranze non ci sono più, Nica viene finalmente adottata. E Rigel insieme a lei, dalla stessa famiglia. Non voglio dilungarmi molto, soprattutto per non cadere in spoiler sconvenienti.
Entrambi di nuovo sotto lo stesso tetto, iniziano ad avere a che fare con la vita normale: una famiglia formata da due signori che si amano, amicizie, una nuova scuola. E si continuano ad odiare.
Nica fin da subito viene additata dall’autrice come strana, e ciò che porta a questo appellativo è il fatto che lei parli con gli animali. Ma non nel senso che loro le rispondono, no. Se ne prende cura. Nica è appassionata di animali, ogni sorta: insetti, animali domestici e non, farfalle. Da qui inizio subito a storcere il naso… perché mai deve essere una stranezza? Non me ne vogliate, ma se vedo uno scarafaggio tendo ad ucciderlo, o ad urlare perché qualcuno se ne prenda carico. E se quel qualcuno che se ne prende carico decide di toccarlo con le sue manine - non le mie di certo -, perché deve essere strano? Ma passiamo oltre… Rigel è il Fabbricante di lacrime. Che poi però diventa Nica, e poi alla fine sono entrambi.
Chi è il Fabbricante di lacrime? Voi non vi immaginate quanto io abbia sperato ad un certo punto che il romanzo diventasse un fantasy. Ma così tanto che quando si è concluso e non c’era niente di fantasy ci sono rimasta malissimo. Se la storie del Fabbricante non fosse stata solo una storiella per i bambini, ma un vero e proprio spirito o fantasma, forse la trama avrebbe preso una piega diversa per i miei gusti.
Tutto il libro è un rincorrersi tra il fatto che Rigel non può avere Nica, a quando finalmente decide che può farlo perché la sua anima è buona, e poi di nuovo no, e poi sì.
Ho qualcosa da dire a mio discapito per questo mio pensiero, prima che le fan (so che ne ha davvero tante, e mai vorrei mettermi contro un fandom intero) di Erin Doom mi uccidano?
Sì. Che forse non ho più l’età. Non so perché, ma il Fabbricante di lacrime mi ha ricordato molto Twilight. Non la trama, assolutamente. Ma mi ha ricordato una me dodicenne, eccitatissima all’idea che una normalissima ragazza stesse con un vampiro immortale, che fosse il suo primo e unico amore. Ecco, io Twilight non lo rileggo da anni. E se dovessi rileggerlo, lo farei con gli occhi sognanti di quella ragazzina che ero. Se avessi letto il Fabbricante di lacrime a quindici anni, sicuramente tutto avrebbe avuto un altro sapore. Due adolescenti con un passato travagliato, la storia d’amore impossibile, lui che fa di tutto per lei pur di risultare odioso agli occhi di tutti. A ventotto anni quasi ho riso invece, alzato gli occhi al cielo ed ho sperato di non addormentarmi prima di finire il capitolo.
Quindi non dico che non lo consiglio, ma lo consiglio ad un certo range d’età. Magari fino ai vent’anni, ecco. Purtroppo io ci ho trovato poco, se non una protagonista molto pesante, ed un ragazzo che aveva tutte le carte in regola per essere un Signor Personaggio, ma che viene sempre messo da parte da Nica.
Non me ne vogliate fan di Erin Doom, vi invidio molto se vi è piaciuto. Ma sono anche una persona che non demorde, e quindi ho acquistato in ebook il secondo libro dell’autrice. Non è nei prossimi da leggere, ma non le voglio negare un’altra possibilità.
E voi l’avete letto?
Cosa ne pensate?
C'è di meglio
Nessun commento:
Posta un commento