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martedì 17 novembre 2015

Recensione #74: La gente felice legge e beve caffè di Agnès Martin-Lugand



La gente felice legge e beve caffè di 
Agnés Martin-Lugand
Titolo originale: Les gens heureux lisent et boivent du café
Pubblicazione: 25 Dicembre 2012
Pubblicazione italiana: 25 Febbraio 2014
Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo cartaceo: 14.99 €
Prezzo e-book: 6.99 €
Trama: Diane è una giovane donna che ha perso marito e figlia in un incidente automobilistico. Da quel momento, tutto in lei si fa pietra, ad eccezione del cuore, che continua a battere. Ostinatamente. Dolorosamente. Inutilmente. Smarrita nel limbo dei ricordi, non ritrova più la strada per la vita. La sua sola consolazione è l'amicizia del fedele e disinteressato Félix. Finché, a un anno dalla tragedia, quando i parenti cercano di costringerla ad andare alla cerimonia di commemorazione, decide di lasciarsi tutto alle spalle e partire per l'Irlanda, dove aveva sognato di andare con la sua famiglia. Arrivata a Mulranny, nel cuore della verdissima e piovosa isola di smeraldo, Diane trova due deliziosi «zii» che la adottano e la riempiono d'affetto, e un vicino di casa affascinante quanto burbero dal quale non può fare a meno di sentirsi attratta. Il passato non si dimentica, ma il futuro – forse – è a portata di mano. La storia di Diane ci conduce al cuore di tutte le emozioni. Impossibile restare indifferenti al percorso, talvolta drammatico, talvolta buffo, di questa donna, alla quale la vita ha dato e tolto tutto, e che non ha altra scelta se non quella di accettare il suo destino.



Non sono sparita soltanto dai social. 
Sono sparita da tutta la vita 'virtuale', e soprattutto ho accantonato per un bel periodo la lettura. Ho deciso di rimettermi in gioco da poco, ma avendo perso tutte le nuove uscite, non volendo continuare le saghe lasciate a metà o altro, ho deciso - per quale motivo non lo so -, di affidarmi ai titoli che prendono polvere nel mio Kindle da un po', e scegliere un po' a random. 
Il libro che ho scelto di prendere in mano proprio ieri sera è stato La gente felice legge e beve caffè, perché mi ha ispirata. Forse troppo. 
Io leggo leggevo, e bevo molto caffè. Sono felice? Sì dai, abbastanza. Non mi manca nulla, ma si potrebbe fare sempre di meglio. 
Purtroppo ho anche avuto l'idea di non leggere la trama, e buttarmi nell'ignoto più profondo. Basta, Tatiana! Smettila di fare queste cavolate, e continua a fidarti dei tuoi amati amici blogger. 



Insomma, mi sono ritrovata catapultata nella vita di Diane, una giovane trentenne sola. Sì, perché a Diane sono morti sia il marito Colin che la figlia Claire, poco più di un anno prima. Un brutto e triste incidente stradale, che l'ha segnata per sempre.
All'inizio del libro abbiamo a che fare con una Diane triste, che si rifugia nelle felpe extra large di suo marito e si lava i capelli con lo shampoo da bambina di sua figlia, anche se è passato già un anno da quel tragico incidente. 
Accanto a Diane troviamo Félix, forse l'unico personaggio per il quale vale la pena di leggere questo libro: vicino a Diane, alla sua famiglia, si occupa del Caffè Letterario che lei stessa ha aperto anni prima. 
Félix non ne può più di vedere la sua amica in quello stato, così le propone un viaggio. Qualsiasi posto va bene per Félix, purché ci siano spiagge e begli uomini. Invece Diane non la pensa per niente come lui, e decide nel giro di una settimana di fare le valige, affittare un Cottage in Irlanda e partire da sola, verso un paesino sperduto. 
L'Irlanda era sempre stata il sogno di suo marito, e lei decide di andarci da sola. 
Così parte, saluta Félix, i suoi genitori e sale su quell'aereo. 
Che c'è di strano, direte voi? 
La trama non è male, per nulla. Ma... veramente poco approfondita. 
Ai miei occhi Diane appare come una vedova triste, che non esce di casa da un anno, che non ha l'aiuto di nessuno de non del suo migliore amico. Non si vuole fare aiutare. 
La morte di suo marito e di sua figlia sono stati argomenti toccati di rado, e quando ci si arrivava, era meglio se non avessi letto nulla. 
Ma il peggio deve ancora venire, non preoccupatevi. 
Diane arriva in Irlanda, e trova il Cottage dove andrà a vivere. Di proprietà di due simpatici signori: Jack e Abby. 
La prendono subito in simpatia, anche se non la vedono mai. Diane è considerata quasi una nipote per loro, anche se resta chiusa in casa la maggior parte del tempo. 
Il vero nipote di Abby e Jack invece è Edward, affascinante e misterioso vicino di casa. 
Ci mancava solo che fosse un vampiro. 

Tranquillo tesoro, non ti abbandono per un'insignificante vicino di casa tormentato.

Edward non parla, Edward sta sempre solo, Edward è bellissimo, bla bla bla. 
Nel giro di cinque capitoli Diane passa dalla vedova disperata alla donna che può provare emozioni di nuovo, soltanto stando accanto al suo vicino. 
Si conoscono, forse lei si innamora, forse lui si innamora, ma ovviamente non finiscono insieme. Perché dopo duemila pippe mentali su cosa fare, se suo marito ormai morto avrebbe o meno potuto accettare che sua moglie provasse di nuovo dei sentimenti, Diane decide di lasciar perdere. 
Decide che deve ricominciare la sua vita, prima di iniziarne una con un'altra persona. 
Perché ovviamente, se non stai bene tu, non stai bene neanche con gli altri. 
Grazie, Agnès Martin-Lugand, mi servivi tu e un libro di dodici capitoli per capirlo. 
Sconsigliatissimo. E da oggi, ricomincerò a seguire i vostri consigli, miei amati amici blogger. 
Sono tornata più carica che mai!



1 commento:

  1. Condivido la tua opinione negativa. Personaggi inutili e super stereotipati.

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