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lunedì 25 giugno 2018

It's Monday! What are you reading? #35



It's Monday! What are you reading? #35


Buongiorno lettori, e buon inizio settimana!
Come avete passato il weekend? Io mi sono allontanata dal blog e dai social, ed ho passato un bellissimo fine settimana al mare. Mi sembrava di sognare. Spero di riuscire ad andarci anche questa settimana almeno un paio d'ore, se il tempo me lo permette...
Per quanto riguarda le letture... shame on me! Tra il mare, gli amici, le serate passate in spiaggia... non ho proprio letto nulla. Cercherò di rimettermi in pari questa settimana! Intanto, vi lascio alla consueta rubrica del lunedì mattina!

Cosa ho appena finito di leggere?

Ho appena finito di leggere Winter di Marissa Meyer, concludendo così la saga delle Cronache Lunari. Non vi dico niente perché aspetto di farvi leggere la recensione, ma quanto mi è piaciuto? Quanto? *___*



Cosa sto leggendo?

Ho iniziato Sotto lo stesso tetto di Christina Lauren, ma non mi sta piacendo tantissimo. Quindi ho deciso di iniziare anche Come una farfalla di Monica James, ho letto recensioni bellissime al riguardo. 

Cosa leggerò in seguito?

Mmh, le mie idee non sono ancora molto chiare. Non so se inizierò un'altra saga, o se magari mi butterò su un romance, sperando che non mi faccia venire la melassa!



Voi cosa state leggendo di bello?
Aspetto le vostre letture qui sotto nei commenti!

giovedì 21 giugno 2018

Recensione #105: Scarlet (Cronache Lunari #2) di Marissa Meyer


Scarlet (Cronache Lunari #2) di
Marissa Meyer
Pubblicazione: 5 Febbraio 2013 
Pubblicazione italiana: 30 Aprile 2013
Editore: Mondadori
Prezzo cartaceo: 14.99 €
Prezzo e-book: 4.99 €
Trama: Anno 126, Terza Era. Androidi e umani popolano le strade di Nuova Pechino, sotto lo sguardo implacabile degli abitanti della Luna. Cinder, giovane cyborg e legittima erede al trono lunare, evade dalla prigione in cui è stata rinchiusa per partire alla volta di Parigi, alla ricerca della donna che in passato l'ha nascosta dalla malvagia Regina Levana. Il suo destino si intreccia a quello di Scarlet, giovane contadina francese costretta ad abbandonare la sua fattoria per ritrovare la nonna, scomparsa senza lasciare traccia. Insieme, con l'aiuto dell'ambiguo Wolf, esperto di combattimenti clandestini, e dell'affascinante cadetto Carswell Thorne, Scarlet e Cinder scopriranno di dover combattere un nemico comune: la Regina Levana, pronta a scatenare la guerra per indurre il principe Kai a sposarla e affermare la supremazia dei Lunari sulla Terra. Vigilata da una luna ostile e minacciosa, Scarlet, moderna Cappuccetto Rosso, dovrà attraversare una città insidiosa come il profondo del bosco, e scoprire se dietro il conturbante Wolf si nasconde un alleato... o un predatore.

mercoledì 20 giugno 2018

Let's talk about... #24 | PRIDE TIME | Free Fall | Love, Simon | Alex Strangelove



Buongiorno lettori! 
Nei giorni precedenti il Pride si è tenuto in ogni città importante sull'intero pianeta, - ma soprattutto - in altrettante città italiane, e questo non fa altro che rendermi felice. 
Purtroppo sappiamo com'è la nostra situazione attuale per quanto riguarda i diritti LGBT, ma sapere che c'è una comunità così grande (e non importa se sei etero, gay, transessuale, lesbica e via dicendo), l'importante è essere presenti, e far vedere anche quel minimo di solidarietà che potrebbe cambiare le carte in tavola. 
E sempre restando in tema, oggi vi propongo la mia opinione su tre film LGBT che mi sono piaciuti molto, non vi resta che dare un'occhiata qui sotto!

Free Fall

Siamo in Germania ed è il 2012.
Marc e Kay sono due poliziotti in fase di addestramento, e vivono insieme agli altri colleghi in una sorta di campus. Ci stanno per poco, perché poi ognuno verrà spedito nella caserma che gli spetta. Ma un giorno qualunque, in accademia, Kai e Marc hanno uno scontro. Si picchiano, finché non trovano una tregua. Questa tregua dura poco, si incontrano per caso a fumarsi una sigaretta e… Kay lo bacia. Quel bacio è tanto disastroso quanto inaspettato per Marc, perché è sposato con Bettina, e perché lo sta aspettando a casa, incinta del loro primo figlio.
Marc non reagisce bene, se ne va e inizia a stare il più lontano possibile da Kay, finché il corso in accademia finisce, ed entrambi riprendono la loro vita. Effettivamente per poco, perché Kay si presente proprio alla caserma di Marc. Lavorerà lì, insieme alla loro squadra. Inutile dirvi che per Marc è una sorpresa a tratti dolce e a tratti amara.
Passano dei giorni, e alla fine è proprio Marc ad andare da Kay, iniziando quella clandestina storia d’amore. Nella casa di Kay ci sono loro, due adolescenti alle prime
armi. Nella casa di Marc c’è Bettina che lo aspetta, con in grembo il loro bambino.
Il film è un viaggio nella testa di questi due uomini, il primo (Kay) sicuro di chi sia e il secondo (Marc) che ha una moglie che lo aspetta, ma che comunque non riesce a rinunciare al suo amante.
Free Fall è pieno d’amore e di passione. Ti fa sperare fino all’ultimo che Kay e Marc abbiano il loro lieto fine, ma un po’ ti dispiace anche per la povera Bettina, costretta alle menzogne di suo marito.
Dovete vederlo perché:
  1. E’ stata la mia prima produzione tedesca, e niente male.
  2. L’attore che interpreta Kay  è Max Riemelt (Wolfgang, Sense8)
  3. CI SARA’ UN SEQUEL. O, MIO, DIO. (8/10)

martedì 19 giugno 2018

Recensione #104 | King - Un re senza regole (Mount #1) di Meghan March




King - Un Re senza regole (Mount #1) di 
Meghan March
Titolo originale: Ruthless King 
Pubblicazione: 17 Ottobre 2017
Pubblicazione italiana: 24 Maggio 2018
Editore: SEM
Prezzo cartaceo: 8.99 €
Prezzo e-book: 7.99 €
Trama: New Orleans è il mio regno. Nessuno conosce il mio nome, ma in città il mio potere è assoluto. Ciò che voglio lo ottengo sempre. Mi piace che la gente sia in debito con me. E che abbia paura. Soprattutto se si tratta di una bella, giovane vedova alle prese con un business da uomini. Lei non sa che la volevo da molto tempo. D'ora in avanti io sarò il suo padrone. E poi potrei anche tenerla solo per il mio piacere. è il momento di riscuotere il mio debito. Keira Kilgore è proprietà di Lachlan Mount.

mercoledì 13 giugno 2018

Da allora ad ora #1: com'è cambiata la blogsfera?




L’argomento che voglio trattare oggi diciamo che riguarda un po’ tutti, qui sulla blogsfera.
Negli ultimi mesi ci pensavo e ripensavo, e alla fine mi sono detta, perché non discuterne anche con gli altri?
Sono entrata effettivamente nella blogsfera nel 2013, aprendo per la prima volta La libreria dei sogni. Frequentavo diversi lit-blog già prima, e tutto è iniziato grazie al blog “From a  book lover” (N.B. Non ricordo di chi fosse, e purtroppo non l’ho trovato online.) In quel blog l’autrice – che era una ragazza carinissima -, stava traducendo per i fan di
Suzanne Collins, Mockingjay – Il canto della rivolta. Ancora in Italia non era uscito, e lei ci teneva così tanto che ha iniziato a tradurlo per i suoi lettori. Devo dire che è servito tantissimo, all’epoca ancora non leggevo in lingua (guardavo solo le serie sottotitolate in italiano), e trovare una persona che avesse deciso di tradurlo gratis per me era un sogno, ed anche per molti altri lettori. Oltre a tradurre Mockingjay, l’autrice del blog era una comunissima lit-blogger, ed ho iniziato a seguirla assiduamente. Poi – con il passare del tempo, - ho scoperto tantissimi altri lit-blog che mi hanno fatta impazzire. Glinda de L’atelier dei libri, Mr Ink, The Bookshelf, Frannie Pan, Juliette di Sweety Readers e così via. Forse spronata dall’amore per i libri, o dal fatto che esistessero così tante persone con cui parlare delle mie passioni (mettiamoci anche il fatto che avevo appena comprato il Kindle, e non dovevo spendere tantissimo per leggere), ho aperto La libreria dei sogni, con un post programmato il primo Gennaio del 2014.
Diciamo che da quando ho iniziato a bazzicare tra i lit-blog ad ora, su per giù sono passati cinque anni. Questi anni – purtroppo -, a volte sono stati controproducenti.
Che significa? Che nei primi due anni di vita del blog ero super presente. Gli impegni che mi portava via la scuola non erano nulla, in confronto agli impegni post-liceo. Con il diploma, il lavoro, l’università, ho lasciato andare un po’ tutto.
Però devo dire la verità: mi sono allontanata dal mio blog, ma mai dai vostri.
Non aggiornare non significa non leggere o non voler ascoltare i vostri pareri, anche perché, diciamocelo chiaro, i blog che hanno un posto nel mio cuoricino non li ho mai abbandonati.
Quindi, cosa trovo di diverso da allora ad oggi?
Per prima cosa, l’avvento di Facebook ed Instagram. Quando ho aperto La libreria dei sogni esistevano entrambi, ma non erano usati come ora.
Adesso invece sto facendo caso ad una cosa: i lit-blog che hanno aperto una pagina Instagram o una Facebook, vengono seguiti più su quei social che sul blog. Come me. Io non sono il tipo da Facebook e Instagram, ma ho voluto provare ad aprire la pagina del blog, giusto per vedere come andava, e devo dire che va alla grande, cento volte meglio del blog. Questo è anche dovuto al botta/riposta che c’è sui social, e non sul blog. Su instagram puoi farti vedere, esistono le storie, puoi parlare in direct con tutti, invece sul blog è un po’ più complicato. Commenti e se non vai a controllare non ti renderai mai conto che ti hanno risposto, email che finiscono in spam, insomma, un po’ tutto old style.
Altre e due cose che ho notato e che non mi piacciono per niente sono queste:
  1. Non è più una community. Non parlo di tutti, non punto il dito contro nessuno, ma la blogsfera non è più una community, o almeno non lo è come prima. Ricordo che anni fa c’era una famiglia. Vi giuro, forse è difficile da raccontare, ma chi c’era
    può capire. Prima era una vera, grande famiglia. Un’immensa famiglia. Ora, la famiglia non riesco più a vederla così bene come prima.
  2. La pubblicità. Parliamoci chiaro anche qui: ognuno è libero di fare del suo lit-blog o del suo profilo Instagram quello che vuole, ma negli ultimi anni succedono sempre le stesse cose. Leggo sempre le stesse recensioni, blog diversi, pareri uguali. Pareri uguali perché si parla di una nuova uscita, magari servita dalla CE che deve pubblicizzare il suo libro e il suo autore, ed ecco che nella timeline mi ritrovo tanti, tantissimi post su dei libri nuovi di zecca, e recensiti tutti nello stesso modo. Nulla in contrario nel collaborare con una CE, se hai un lit-blog e una CE ti chiede di collaborare è un vero e proprio sogno, ma sogniamo con i piedi per terra. Avere un blog e fare una collaborazione non significa stare ai comodi della CE o dell’autore. Ragazzi, se un libro non fa parte di un genere che preferite, perché leggerlo? Perché me lo mandano gratis? Poi non fa parte del genere che mi piace, lo leggo, metti che non piace e poi? Metto una bella recensione con cinque stelline perché tanto “me l’hanno regalato?” No. NO! Sbagliatissimo, per quanto mi riguarda.
Provate con gli autori emergenti, che purtroppo sono nascosti dietro le quinte. Leggete un libro vecchio, datato, e recensitelo bene o male. Non state dietro alle CE solo perché vi offrono dei libri, e voi li leggete anche se non vi piacciono. N.B. Sono la prima che riceve libri dalle CE o mi contattano autori emergenti per leggere i loro libri, ma sono sincera. Se il genere non mi piace, se la trama non mi ispira, io non lo leggo solo perché “va di moda”, o perché è “una nuova uscita”. E purtroppo, soprattutto in questi ultimi giorni nella timeline non faccio altro che leggere di nuove uscite una dopo l’altra, e di recensioni fatte con lo stampino. E mi dispiace, quanto mi dispiace. Perché il bello di allora era proprio non avere tutto questo. Era trovare tizio che parlava di un libro di Jane Austen, trovare caio che recensiva un film della Marvel, e sempronio che invece parlava di un thriller mai sentito prima.
Quindi, sì all’avvento dei social (soprattutto a chi fa quelle foto bellissime, vi invidio troppo), ma no allo schiavismo CE/recensione positiva perché “me l’hanno dato gratis”.
Non so se la pensate come me, o se addirittura pensate che è meglio ora che allora, e non vedo l’ora di leggere i vostri pareri.
Un abbraccio,
Tati.

martedì 12 giugno 2018

Recensione #103: Il Veterano (A modern farytale #1) di Katy Regnery





Il Veterano (A modern farytale #1) di 
Katy Regnery
Titolo originale: The Vixen and the Vet
Pubblicazione: 21 luglio 2017
Pubblicazione italiana: 21 maggio 2018
Editore: Quixote edizioni
Prezzo cartaceo: 12.99 €
Prezzo e-book: 4.99 €
Trama: Savannah Carmichael, tradita da una fonte inaffidabile che ha irrimediabilmente distrutto la sua carriera di giornalista, torna a Danvers, Virginia, la sua città natale. L’opportunità di rimettere insieme i pezzi della sua carriera si presenta quando deve scrivere un pezzo di interesse patriottico e umanistico sull'eremita della cittadina, Asher Lee, un veterano ferito che è tornato a Danvers otto anni prima, e che nessuno ha più visto da allora.Dopo l’esplosione di una bomba su strada in Afghanistan, che gli ha portato via una mano e sfigurato metà viso, Asher si ritira a vivere in tranquillità nella periferia di Danvers, dove i suoi concittadini hanno sempre rispettato la sua privacy... fino a quando Savannah Carmichael si presenta da lui con un piatto di brownie fatti in casa. Emarginati nella piccola Danvers, Savannah e Asher creano subito un legame, toccando il cuore l’uno dell’altra in modi che nessuno dei due pensava possibile. Quando un terribile errore minaccia di separarli, dovranno decidere se l’amore che hanno trovato sia forte abbastanza da lottare per il loro lieto fine, conquistato a fatica.

lunedì 11 giugno 2018

It's monday! What are you reading? #34




Buongiorno lettori, e buon inizio settimana! 
Nel fine settimana mi sono allontanata un po' dagli aggiornamenti per dedicarmi di più al cambio grafica del blog, che ne pensate? 
Lo so che sono ripetitiva, non faccio altro che cambiare con grafiche nere/bianche minimal, ma non ne posso fare a meno!
Comunque, vi lascio qui sotto il mio aggiornamento settimanale per le letture, se volete ditemi cosa state leggendo di bello anche voi!

Cosa ho appena finito di leggere?

Ho finito Il Veterano di Katy Regnery, e purtroppo non mi è piaciuto per niente. Ho letto tantissime recensioni positive, ma proprio non mi ha colpita. Domani leggerete la mia recensione. Poi, ho finito anche Scarlet di Marissa Meyer, e... ADORO ADORO ADORO!!


venerdì 8 giugno 2018

Let's talk about... #23 | 13 S2 | New Girl S7




Buonasera lettori! 
Anche oggi voglio lasciarvi il mio parere su due serie TV: la seconda stagione di 13 e la stagione finale di New Girl. 
Diciamo che la prima non mi ha fatta impazzire molto, ma anche New Girl non mi ha lasciata incantata come le altre volte. 
Voi le avete viste? Cosa ne pensate? Aspetto di leggere i vostri pareri nei commenti <3

13 | S2

Siamo di nuovo alla Liberty High School, dove inizia il processo per Hannah Baker.
Le cassette sono arrivate alla famiglia Baker, che ora – insieme al loro avvocato -, hanno deciso di chiamare a testimoniare ogni protagonista di quella cassetta.
E così, inizia la seconda stagione di Tredici. Una puntata per ogni confessione, ogni chiamata a giudizio.
Il primo è Tyler, il fotografo/stalker di cui Hannah aveva paura, poi passiamo a Courtney, la cinesina con i due papà, che in tribunale ammette di aver voluto baciare Hannah, perché era innamorata di lei. Questo le porterà dei problemi in seguito, insieme a tutti gli altri. Le convocazioni continuano, e vediamo sul banco dei testimoni Jessica. Forse in questa stagione le storie che più mi hanno fatta pensare e restare perplessa davanti al PC sono state proprio quella di Jessica, Justin e Alex. Ho riscoperto tre personaggi che nella prima stagione non mi erano piaciuti affatto, ma che nella seconda hanno dato prova della loro bravura nel campo.
Non continuo a sopportare Clay, che ogni volta mi fa venire il latte alle ginocchia, e ho
compatito molto la mamma di Hannah, che anche dopo il divorzio, ha continuato a portare avanti la sua lotta.
Parlare di Bryce sarebbe inutle. Tredici ci ha fatto capire che se sei potente, hai dei soldi, sei in politica, hai delle buone amicizie, non ti succederà niente. Che se stupri una ragazza, puoi nasconderlo. Se addirittura ne stupri una cerchia, puoi avere la libertà vigilata. Chi invece ruba al supermercato perché non ha un centesimo, se la deve scontare la galera.
13 non mi era piaciuta nemmeno nella sua prima stagione, non era niente male, ma troppo forte. Troppe cazzate adolescenziali quando in ballo c’erano suicidi, stupri, bullismo e tutto il resto. La seconda stagione era da evitare. Hannah si è uccisa, ha lasciato le sue cassette e ha detto addio a tutti. Finite le tredici cassette, potevano chiuderla lì. No, invece. Facciamo vedere il processo. Facciamo andare fuori di testa Clay che inizia a vedere i fantasmi e a parlare da solo. Non voglio commentare il trash dell’ultima puntata, perché ciò significa solo una cosa: ci sarà una terza stagione. Una super trash terza stagione. Vorrei non vederla, ma non posso farne a meno. E’ come Pretty Little Liars: più trash c’è, più sono contenta. Peccato che PLL non toccava argomenti così grandi, più grandi degli stessi protagonisti della serie. Male, malissimo. (4/10)

giovedì 7 giugno 2018

Recensione #102: Call me by your name | Libro & Film




Chiamami col tuo nome di 
André Aciman 
Titolo originale: Call me by your name
Pubblicazione: 22 Gennaio 2008
Pubblicazione italiana: 17 Marzo 2017
Editore: Guanda Editore
Prezzo cartaceo: 14.45 €
Prezzo e-book: 8.99 €
Trama: Vent'anni fa, un'estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, il ragazzo aspetta come ogni anno "l'ospite dell'estate, l'ennesima scocciatura": uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. Anche Elio ne è irretito. I due condividono, oltre alle origini ebraiche, molte passioni: discutono di film, libri, fanno passeggiate e corse in bici. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all'estasi. "Chiamami col tuo nome" è la storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una domanda che resta aperta finché Elio e Oliver si ritroveranno un giorno a confessare a se stessi che "questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta".

martedì 5 giugno 2018

Let's talk about... #22 | Once upon a time...




Buongiorno lettori, e buon martedì!
Non sono molto presente ultimamente, ma l'inizio dell'estate porta anche molte cose da sistemare per la "fine dell'anno", e ne sto sistemando forse anche troppe... 
Quindi cercherò di aggiornare il più possibile, avendo un po' di post pronti da farvi leggere.
Oggi parliamo di una serie per eccellenza, che si è conclusa proprio qualche settimana fa: Once upon a time. 
Per chi l'ha vista: che ne pensate? Vi è piaciuta la conclusione, o siete ancora un po' tristi?
Per chi non l'ha vista, invece: uscite subito da questo blog, recuperate le sette stagioni e tornate a leggere questo post, cattivoni! 

Once upon a time...

Le favole… sono sempre meravigliose.
Quante volte ci siamo persi in un cartone Disney, o nella fiaba che qualcuno ci raccontava prima di andare a dormire? Io… molte volte. Forse troppe.
Il tema principale della mia tesina di maturità è stato Walt Disney, per dirne una.
Quando c’è qualche nuovo cartone/remake lo vado a vedere al cinema in prima fila, per dirne un'altra. Le fiabe mi hanno sempre e da sempre lasciata incantata, trasportata in quel mondo magico che ha nulla a che fare nel mondo nel quale vivi tu. Un mondo parallelo, dove sogni di essere una Principessa o l’eroina della situazione.
E’ stato proprio così con Once upon a time. Nel 2011 inizia questa nuova serie senza nessuna pretesa, si parlava pur sempre di favole. Ma viverle nel mondo normale, in una città chiamata Storybrooke, dove i veri personaggi delle favole non sanno chi siano, ma soltanto normalissime persone che hanno a che fare con la vita di tutti i giorni… magnifico!
OUAT è partito in quarta, con le sue prime tre stagioni che ho amato alla follia. Prima veniva trasmesso la domenica sera in America, e io potevo vederlo tranquillamente il lunedì pomeriggio dopo la scuola. Per anni, il lunedì “dopo la scuola” è stato incentrato su quello: esco, pranzo, puntata di Once upon a time. Con il passare del tempo e delle
stagioni sono successe due cose: OUAT è stato spostato al sabato, e le ultime quattro stagioni non mi hanno fatta impazzire per niente.
Diciamocelo: nulla era meglio dell’amore di Snow e Charming quanto li ho amati?  Troppo.
Gli autori della serie forse sono stati troppo presi dalle nuove uscite Disney: eccoti Frozen con la povera Elsa, la principessa Merida di Ribelle o Tiana de La principessa e il ranocchio.
Le prime stagioni mi hanno lasciata incantata, ma dopo è stata un po’ una cantilena trita e ritrita.
Alzo le mani per la bravura in ogni stagione di Tremotino, che resterà il mio personaggio preferito per il resto dei miei giorni. Invece non sono una fan accanita di Emma Swan, sì, è la protagonista, ma io l’ho sempre vista in secondo piano, soffermandomi di più sulla vita degli altri personaggi fiabeschi.
Diciamo che la settima stagione è stata solo una formalità, che potevano benissimo evitare. Henry ormai aveva vissuto appieno tutto quello che lo circondava, era diventato grande abbastanza da vivere la sua vita da solo, e potevano benissimo farla concludere così.
Così come era iniziata: il piccolo Henry che da solo non riesce a portare a termine le sue missioni, e cerca aiuto. Il grande Henry della settimana stagione che invece sa benissimo dove vuole andare, e non ha bisogno più di nessuno.
Ho trovato l’ultima stagione un po’ lenta e un po’ campata in aria, come uno spin off dell’intera serie. Ma non potevo di certo abbandonarla. Seguita dal primo episodio nel lontano 2011, dovevo anche questo ad Henry. Finirla tutta.
Cosa dire di Once upon a time?
Quei quaranta minuti che ti trasportano in un mondo magico talmente bello, che farai fatica a tornare alla vita normale.
E che tutti – ma proprio tutti -, si meritano un lieto fine.
Goodbye, OUAT.