Mirya
Pagine: 336
Pubblicazione: 14 Giugno 2014
Editore: Autopubblicato
Prezzo cartaceo: NON DISPONIBILE
Prezzo e-book: 2.68 €
Trama: Chiara vive di carta. Insegna, studia e legge di tutto. Sui libri e coi libri è cresciuta, i libri sono stati la sua famiglia e i suoi migliori amici e dai libri ha appreso l’amore: l’amore per le pagine ma anche per gli uomini che in quelle pagine vivono.
Leonardo entra nella sua vita per seguirla nel Dottorato di ricerca, ed è un uomo concentrato sulla realtà di carne: per lui il distacco dalle parole scritte è vitale e non accetta l’approccio passionale di Chiara. Ma è stato davvero un caso, a portarlo da lei, o c’è una trama anche dietro al loro incontro?
Tra un canto di Dante e una canzone degli ABBA si combatte la guerra tra la carne e la carta, una guerra che non ha vincitori né perdenti e che forse non ha nemmeno schieramenti.
E’ strano scrivere questa
recensione, per me.
Io
che non mi sono mai fatta problemi a dire cosa penso di un libro, oggi mi ritrovo a fissare la pagina word
come una demente. Però voglio fare una cosa fatta bene, e proprio per
questo, devo cominciare dall’inizio.
Ho
iniziato a leggere le fanfictions di
Mirya nel lontano 2009, quando avevo appena quindici anni. Sì, una piccola me. EFP era il mio rifugio, la mia casa. Quella non
era per niente una bella estate, anzi. Odiavo
i miei, quell’odio che prova un’adolescente alle sue prime armi. Poi, li
odiavo ancora di più perché mi avevano chiusa in casa per un’estate intera:
avevo perso il primo anno al liceo, e loro non me l’hanno mai perdonato. All’epoca per me erano i genitori più
subdoli e cattivi del mondo, ora ripensandoci dovrei ringraziarli. Mamma, non leggere questo post!
Comunque,
iniziai a scrivere su EFP. Successivamente, a leggere. Le prime fanfictions erano quelle di Alessia Esse aka Stupid Lamb aka la
fantastica donna autrice della Trilogia di Lilac. Dopo, arrivarono quelle di
Mirya.
Con
Mirya mi si è aperto un mondo, e non sto scherzando. Passavo giornate intere al
PC in quel periodo, e quando aggiornava i miei occhi si illuminavano. Roba che
saltavo dalla sedia, giravo per camera e poi leggevo. Molto meglio se non
racconto cosa accadde quando lessi una recensione di Mirya lasciata ad una mia
storia. Ad una ragazzina di quindici anni
appena compiuti.
Quindi,
ecco perché è strano scrivere questa recensione, per me. Perché non sarò
imparziale, e per niente oggettiva.
Ho iniziato a seguire Di carne
e di carta dal primo capitolo pubblicato su EFP: un’altra estate in compagnia delle storie
di Mirya, altre paturnie adolescenziali, primi amori e una sedicenne invece che
quindicenne. Continuavo ad odiare mamma e papà. Fatto sta che Mirya ha sempre
accompagnato le mie estati, con le sue storie. Quest’anno però qualcosa è
cambiato: un’altra estate, non odio più mamma e papà, e la maturità alle porte.
Avevo promesso di non leggere libri durante la maturità, per uscire con un bel
voto, e l’ho fatto. Zero libri, studio
intenso. Peccato che alla fine per me quello non si è rivelato un bel voto,
e ringrazio di aver staccato per un giorno, per poter rileggere Di carne e di carta.
Niente più EFP, ma sul mio bel
Kindle. Niente più capitoli
a cadenza nonsoquandoaggiorno, ma tutta la storia lì, a portata di mano.
La
protagonista di questo libro è Chiara, una professore ventisettenne che ho sempre desiderato avere. Quello maschile
Leonardo, eh sì, diciamo che desidero avere più Leonardo che Chiara, anche se è
uno stercorario vivente. Non sapete cosa
sia uno stercorario? Leggetevi il libro, perché non vi dico niente.
Chiara è una donna che vive di
carta, di letteratura, del
suo lavoro che ama tantissimo.
Leonardo
è un uomo di carne. Oserei dire cinico, quasi distaccato.
Eppure
la prima volta che si incontrano, lui sembra conoscere già Chiara. Grazie alla
carta, grazie all’amante fatta a pezzi
dentro all’armadio.
Vi
innamorerete di entrambi i personaggi, forse per Leonardo aspetterete qualche
capitolo. Invece amerete alla follia Alessandra, Sivieri, Paula ed Ivano, gli
Abba e Dante.
Sì, gli Abba il gruppo. Anche questi me li ha fatti odiare mamma,
mettendoli al massimo dentro casa ed in macchina, rovinando la mia infanzia. Mamma, l’avresti mai detto che ho
riascoltato tutta la playlist degli Abba, leggendo Di carne e di carta?
E
sì, Dante. Vi vedo mentre state premendo la X rossa in alto a destra, fermatevi
perché avete capito bene: proprio quel Dante Alighieri. Odio adolescenziale che
purtroppo deve ancora passare. Perché mentre mi rivedevo tutte le prime prove
uscite negli ultimi dieci anni, ho ritrovato Dante soltanto una volta. Ed ero
fissata che fosse proprio su Dante, l’analisi del testo. Poi è uscito
Quasimodo, ma posati i libri ho
continuato a nutrire rancore per Dante sul Kindle.
Comunque,
dovete leggere Di carne e di carta. Non
potete, oppure provate: dovete.
Vi
porterà via poco tempo, e quando avrete
finito ne vorrete ancora, ancora ed ancora.
Ringrazio
Mirya che mi ha accompagnata per tutta la mia adolescenza, dalle prime storie
su EFP, fino ad ora.
Non è da me essere carina e smielata, quindi ora basta: VOGLIO IL CARTACEO!
Ottima recensione! Ne parlava proprio qualche giorno fa un'amica blogger. Diceva che questo libro, penalizzato da una copertina un po' amatoriale, in realtà doveva meritare. Me lo confermi :)
RispondiEliminaMerita tantissimo!
EliminaMi sono resa conto che non ti avevo ancora ringraziato degnamente qui, l'avevo fatto solo in pagina.
RispondiEliminaNon so dirti quanto le tue parole mi abbiano scaldato il cuore: mi hai ricordato il motivo principale per cui si scrive e si legge, per essere accompagnati nella vita.
Grazie, davvero.
Guarda caso me ne hanno parlato proprio due giorni fa delle amiche :D
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